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SE IL FEMMINICIDA È ARMATO DALLO STATO: L’IMPORTANZA DI CONTRASTARE LA VIOLENZA ANCHE DENTRO LE ISTITUZIONI

Il Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna sul femminicidio di Sofia Stefani

Ci sono sempre meno dubbi sul fatto che quello di Sofia Stefani, uccisa giovedì sera con un colpo d’arma da fuoco in faccia, sia un femminicidio. Il Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna esprime  dolore e sconcerto per la morte di Sofia e si stringe alla sua  famiglia ed a tutte le persone che le hanno voluto bene.

Anche questo femminicidio sta diventando un caso mediatico. È importante ricordarsi che a leggere notizie di questo tipo sono anche donne che hanno subito violenza o che, in questo momento, si trovano all’interno di relazioni violente.  Per questo ci stringiamo a tutte quelle donne che in questi giorni si sentiranno ancora meno sicure, perché sapere di una donna, agente di polizia municipale,  uccisa con un colpo di pistola, all’interno di una centrale di polizia,  con l’arma d’ordinanza, impugnata dal suo superiore, è una notizia che mina il senso pubblico di sicurezza.

Sappiamo che la violenza patriarcale è pervasiva e non vi sono luoghi che ne siano esenti. Proprio per questo, ci teniamo a ricordare che le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza possono farlo senza alcun obbligo di denuncia e possono chiedere di essere accompagnate e supportate in ogni passo del loro percorso di fuoriuscita dalla violenza, che è sempre guidato e orientato dalle loro decisioni.

È però un fatto che le Forze dell’Ordine ricoprano un ruolo centrale nel contrasto alla violenza sulle donne. L’uomo che ha sparato in faccia a Sofia Stefani, era il commissario capo della polizia locale e nel suo  ruolo, avrebbe dovuto essere formato al contrasto alla violenza di genere. Questo femminicidio dimostra quanto il pensiero  sessista sia radicato nella società,  quanto sia trasversale ad ogni età,  ceto sociale, acculturamento.

All’interno delle Forze dell’Ordine ci sono tante persone che agiscono con dedizione, competenza  ed impegno  nella repressione e nella prevenzione delle  violenza di genere. Anche Sofia Stefani,  durante il suo lavoro di vigilessa, aveva frequentato una formazione sulla violenza di genere presso lo sportello Via dalla violenza – spazio Angela Romanin, gestito dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna.

 I centri del Coordinamento si trovano spesso a collaborare in rete con i servizi e le istituzioni territoriali, incluse le Forze dell’Ordine. Il lavoro di formazione e sensibilizzazione non è mai troppo. Per questo la formazione continua delle FFOO sul contrasto alla violenza sulle donne è fondamentale, ed è cruciale che i centri antiviolenza continuino ad essere coinvolti in questi percorsi.

Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna